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A REGOLA D'ARTE
Virus, mon amour. In mostra a Francoforte
Un'esposizione dedicata ai codici binari più insidiosi del mondo, riletti come invenzioni d’arte d’avanguardia
di Alessandro Ludovico  2/7/2002
Si è svolta al Mak Frankfurt (il Museo d’Arti Applicate di Francoforte) I love you, computer_virus_hacker_culture, una mostra curata da Franziska Nori e dagli italiani epidemiC e Jaromil, interamente dedicata ai temibili programmi.

I virus sono un’esperienza piuttosto usuale per gli utenti della rete e la mostra tenta di guardarli da un’angolatura non semplicemente negativa, anzi. Gli ultimi trent'anni di evoluzione della programmazione e della diffusione dei virus informatici sono analizzati da punti di vista differenti, attraverso un'analisi linguistica che li interpreta come veicoli di significato che si diffondono attraverso i media digitali, riproducendo comportamenti di natura biologica.

La scrittura dei virus, infatti, è stata fino a oggi ingiustamente confinata alla sola dimensione vandalica e criminale, ignorandone le possibilità espressive. I love you rappresenta al contrario una preziosa indagine su coloro che programmano worm e virus e sul contesto nel quale agiscono i virus writer, compresa la loro lettura estetica del codice di programmazione. Per questi programmatori, il codice non rappresenta semplicemente un mezzo per far eseguire compiti specifici a un calcolatore, ma è esso stesso un fattore di comunicazione, con la sua grammatica e la sua potenziale bellezza, simile a quella di un brano letterario, di una poesia o di una composizione musicale. Insomma, come dicono i curatori, forse la scrittura di un virus è il corrispondente contemporaneo delle sperimentazioni poetiche novecentesche, potenti pratiche linguistiche che per la loro diffusione sfruttano il medium più aperto che esista, ovvero Internet.

Fra gli esempi in mostra di quest'approccio alla scrittura dei virus per computer ci sono le opere realizzate dal gruppo milanese degli epidemiC, che dopo aver partecipato alla Biennale di Venezia con biennale.py, un codice scritto nel linguaggio Phython, ed aver dato vita a un’operazione ironico-estetica alla Bocconi di Milano (Bocconi Brand Virus), hanno presentato il nuovo progetto denominato AntiMafia, che sfrutta il protocollo Gnutella.

Analisi teoriche e dibattiti hanno visto confrontarsi docenti universitari di letteratura come Florian Cramer dell'Institute for General and Comparative Literature Studies di Berlino, con ricercatori di sicurezza informatica quali Eric Chien della ricerca Symantec Europe, attraverso un discorso che ha cercato di analizzare la biologia della propagazione dei contenuti dei virus e le loro avanzate tecniche di codifica.
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